Uve

La nostra ricerca tra le perle viticole di Sardegna

Bovale Grande

Vitigno a bacca nera importato dagli Spagnoli. Questa tipologia definita poi anche Bovale grosso, detto di Spagna, si distingueva dal Bovale piccolo, detto Bauleddu. La sua diffusione in Sardegna è limitata a circa 27 ettari presenti soprattutto nel Terralbese. I terreni sabbiosi sono allevati principalmente a piede franco. La pianta è poco vigorosa; predilige allevamento a media espansione con potatura media e corta.

Vermentino

Vitigno a bacca bianca semi-aromatico. Originario della penisola iberica, è approdato di recente in Sardegna. In dialetto è conosciuto come “Axina de mesa” e “Axina bionda”. Dagli anni ’60 la produzione del Vermentino è estesa a quasi tutte le zone viticole dell’Isola, specie nel sassarese (grazie anche al riconoscimento della DOCG Gallura), perdendo la definizione di vitigno minore. È divenuto il principale vitigno bianco della Sardegna.

Cannonau

Il vitigno a bacca rossa più diffuso in Sardegna, il rosso isolano per antonomasia. Autoctono, ha similitudini genetiche con la grenache. Difficile in campagna per la sua flessibilità: in terreni fertili è un grande produttore; quindi ha bisogno di terreni poveri (granito e molto scheletro). Grande accumulatore di zuccheri ma poco estratto. Diventa fondamentale il controllo della filiera (vigna e cantina). Spesso si trova in assemblaggio con altre uve per incrementarne la complessità.

Nuragus

Vitigno a bacca bianca tra i più antichi in Sardegna. Citato nel 1700 come Muscadeddu de nuragus e in seguito indicato con sinonimi come Axina de margiani, Axina de popurus, Abbondosa. Molto diffuso ancora oggi in tutta la Sardegna, specialmente in provincia di Cagliari. Vitigno vigoroso e resistente alle avversità crittogamiche, garantisce produzione abbondanti e costanti. A ottobre maturano i frutti, dotati di un elevato contenuto di polifenoli estraibili dalle bucce. È necessaria molta attenzione in cantina al fine di ottenere un vino piacevole, dal carattere spiccato e deciso.

Carignano

Vitigno a bacca nera, noto sia in Francia come Carignan che in Spagna come Cariñena, è presente in Sardegna da molti secoli. La sua origine è incerta, in quanto potrebbe essere stato importato dai Fenici o dagli Spagnoli. È il vitigno principalmente coltivato nella Sardegna sud-occidentale, dove i terreni sciolti e sabbiosi e le elevate temperature forniscono le ideali condizioni pedoclimatiche. Prima i francesi e poi gli Italiani hanno beneficiato della sua natura di vino limatore delle durezze in vini difficili. Il Carignano, se ben gestito, assicura eleganza, bevibilità e piacevolezza.

Semidano

Vitigno a bacca bianca conosciuto anche con similitudine di Migiu e Mizu. Già alla fine del settecento si parlava della sua presenza nel sassarese (Semidanu). Verso la fine del medesimo secolo viene menzionato nella provincia di Cagliari, dove si producevano poche uve e quelle poche che venivano prodotte erano vinificate insieme alla Malvasia. La sua diffusione è veramente limitata, si parla infatti di una superficie vitata di circa 40 ha ripartiti tra le province di Oristano e Nuoro. Soprattutto la Cantina di Mogoro (Or) ha sviluppato la produzione in vari stili, soprattutto da pasto e non da fine pasto, stile antico e la promozione tanto da meritarsi la specifica di zona Classica.

Muristellu

Vitigno a bacca rossa conosciuto anche come Bovaleddu, Cardinissa, Carinisca, Barbera Sarda, Cagnulari. Fonti storiche certificano l’utilizzo del nome Muristellu già dal 1800. È un vitigno abbastanza generoso, dal quale si ricavano vini di spiccata acidità, con una buona concentrazione zuccherina e buona concentrazione colorante. La sua produzione è ad oggi diffusa in tutta la Sardegna. Nel Mandrolisai (Atzara, Samugheo, Sorgono) viene spesso vinificato in blend con altri vitigni, rientrando nell’ uvaggio disciplinato dalla DOC Mandrolisai.

Vernaccia

Vitigno autoctono a bacca bianca. La sua presenza è limitata alla bassa Valle del Tirso. Forse introdotto in Sardegna dai Fenici, fondatori della città portuale di Tharros, nella Penisola del Sinis. Simbolo della storia e della cultura oristanese grazie alla manifestazione della Sartiglia, negli anni ’70 la Vernaccia di Oristano si estese fino ai 1500 ettari, ridottisi agli attuali 400 in seguito agli abbandoni e espianti. È un vitigno dotato di grande flessibilità: può essere un’ottima base spumante, ma anche un vino pronto a riposare per sessanta anni in caratelli su flor.

Cagnulari

La sua origine non è certa: probabilmente proviene dalla Spagna, ma qualcuno lo ritiene francese. E’ conosciuto anche come Bastardo Nero, Caldareddu, Cagliunari e Cagnonale. La riduzione della superficie vitata a soli 280 ha è probabilmente dovuto alle difficoltà in fase di coltivazione: avendo un grappolo serrato e una buccia debole, in annate umide è suscettibile ad attacchi di botrite (marciume acido).

Monica

Il Monica é uno dei vitigni rossi più diffusi in Sardegna. La sua origine è ancora sconosciuta: alcuni credono sia una specie autoctona, altri ritengono sia di importazione spagnola. E’ presente su larga scala in tutto il Campidano, ma è anche coltivato nel Sarcidano, in Barbagia, in Mandrolisai, nel Sulcis (con impianti ad alberello e spesso franco di piede) e meno intensamente nel nord Sardegna. Viene definito anche con vari sinonimi come “Mora” e “Niedda Mora”.

Pascale

Vitigno a bacca rossa con doppia attitudine, un vino da mangiare. Coltivato sempre in abbinamento con altre uve: nel sassarese con Cagnulari e nel Sud Sardegna con Barbera Sarda. Normalmente è caratterizzato da bassa acidità e pochi zuccheri. Diffuso in tutta la Sardegna (circa 1200 ha), viene usato per la produzione di vini in purezza ma soprattutto in blend.

Girò

Vitigno a bacca “rosa” detto anche Girone o Zirone, è molto probabilmente originario della Spagna. Ad oggi è presente in pochi vigneti sardi (circa 100 ha). Si è diffuso negli anni 1960/70 per la produzione di vini da festa. Con stile leggermente ossidativo ma principalmente in versione dolce passito, dona al vino migliore bevibilità e struttura.

Malvasia

Vitigno di origine greca, è presente in tutto il Mediterraneo sia a bacca bianca che a bacca rossa. In Sardegna trova la sua massima espressione a Bosa (Planargia) e in provincia di Cagliari (Basso Campidano). E’ un’ uva aromatica che si presta a vini con diverse interpretazioni. Se vinificata in riduzione, da acini maturi si ottengono vini freschi molto aromatici con gradi alcolici non superiori a 14% vol. Da uve molto mature si ottengono vini freschi molto aromatici, solari, con alcol superiore a 15-16% vol. e zuccheri intorno al 5%. Da uve surmature nascono vini con stile ossidativo garantito dalla florizzazione.